Celiachia e psiche

Celiachia e psiche – La diagnosi

Celiachia e psiche – La diagnosi

Il cibo è un bisogno primario dell’uomo colmo di valori simbolici che, fin dalla nascita – proprio a partire dall’allattamento – rappresenta la prima forma di relazione con l’altro.
In esso sono contenuti e si intersecano aspetti fisiologici, emotivi, psicologici e sociali, tutti aspetti assolutamente fondamentali e costituenti l’unità bio-psico-sociale che è l’individuo stesso.
A partire da queste brevissime considerazioni, l’evento della diagnosi di celiachia può rappresentare un momento di “crisi”, intesa certamente come momento di turbamento e difficoltà, ma anche intesa nell’accezione etimologica del termine stesso; crisi infatti deriva dal greco krisis che significa scelta e krino che significa distinguere. Distinguere un prima e un dopo l’evento diagnosi, il quale implica anche una inevitabile ridefinizione dell’identità: “come mi vedo io”, “come mi vedono gli altri”, “come penso mi vedano gli altri”.
Più precoce è la diagnosi, minore è il rischio di sviluppare reazioni negative quali l’isolamento, la vergogna, il senso di colpa, l’eterno conflitto tra desiderio e frustrazione orale.
La celiachia è una malattia cronica che non si cura con farmaci o terapie specifiche ma con una modifica sostanziale del proprio stile di vita alimentare, un cambiamento che inevitabilmente comporta un’attenzione costante al cibo.
Proviamo ora ad approfondire alcuni aspetti psicologici dandone una lettura intrapsichica, analizzando cioè da un lato i dati di realtà “oggettivi” e dall’altro ciò che invece potrebbe accadere nel mondo interiore della persona che vive su di sé l’evento celiachia.
Partiamo proprio dal concetto di cambiamento. L’evento celiachia comporta, sul piano della realtà, impegno, attenzioni costanti, un’allerta sempre alta, ma cosa succede contemporaneamente nel mondo interiore? La persona potrebbe viversi come danneggiato o difettato, provando una sensazione simile ad un vero e proprio “attacco al corpo”, se ciò accade è necessario compiere una elaborazione del lutto.
Anche l’elemento temporale può essere letto con una duplice valenza: da un lato la persona deve concedersi del tempo, indispensabile all’adattamento alla nuova vita, dall’altro la diagnosi di celiachia, che per definizione è cronica e implica perciò il concetto di “per sempre”, spaventa perché non lascia spazio alla guarigione e alla speranza.
Infine anche la sfera prettamente alimentare ha in sé una doppia lettura intrapsichica perché, come dicevamo prima, se da un lato è “sufficiente” imparare a mangiare differentemente, dal punto di vista della rappresentazione interna si toccano aspetti altamente simbolici, quali il piacere, la condivisione, la relazione con l’altro.

Dott.ssa Vanessa Zagami
Psicologo Clinico

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